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Due leggende sulle origini di Maneki Neko

Le origini di Maneki Neko sono narrate in diverse leggende e racconti popolari. Di seguito ne propongo due.

La leggenda del Tempio di Gotokuji

Statuette nel Tempio di Gotokuji, Tokyo (Fonte)
All’inizio del periodo Edo (1603-1867), in un tempio in rovina a Setagaya-ku, oggi parte di Tokyo, viveva un monaco poverissimo che aveva un gatto di nome Tama. Nonostante l’estrema povertà, il prete si assicurava che Tama avesse sempre cibo a sufficienza condividendo il proprio, se necessario.
Un giorno Ii Naotaka, signore del distretto di Hikone, vicino a Kyoto, era a caccia nelle vicinanze del tempio. Al rientro, fu sorpreso da un temporale e si riparò sotto un grande albero. Ad un tratto notò che dall’ingresso del tempio un gatto gli stava facendo cenno con la zampa di avvicinarsi all’edificio. Non appena si mosse seguendo l’invito del gatto (che non era altri che Tama), l’albero fu colpito da un fulmine. Fu così che Ii Naotaka incontrò il monaco e, per riconoscenza verso Tama, decise di “adottare” il tempio, donando un tesoro e rinominandolo Gotokuji.
Grazie al gatto, Ii Naotaka aveva avuta salva la vita e il tempio era divenuto prospero. Alla sua morte, Tama fu sepolto con tutti gli onori nel cimitero dei gatti di Gotokuji e la sua effige, Makeki Neko, si diffuse come un amuleto portafortuna.

La leggenda della cortigiana Usugumo

Nel periodo Edo, a Yoshiwara nella zona orientale di Tokyo viveva una cortigiana di nome Usugumo. Usugumo amava molto i gatti e ne aveva uno che teneva costantemente con sé. 
(Fonte)
Una notte, mentre andava alla toilette, il gatto cominciò a tirarla con forza per l’orlo del kimono. Il proprietario della casa di tolleranza corse in suo aiuto e, sospettando che il gatto fosse vittima di un maleficio, gli mozzò la testa con un veemente colpo di spada. La testa del gatto volò fino al soffitto dove colpì e uccise un serpente che stava per attaccare Usugumo. La donna era terribilmente addolorata per la morte del suo amato gatto. Per consolarla, uno dei clienti le regalò una statuetta di legno raffigurante l’animale, che poi divenne famosa come Maneki Neko.

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